Il giorno 23 gennaio 2024 si è tenuto nella Biblioteca del nostro Liceo l’incontro con lo storico Carlo Greppi. Le classi 5BL, 5CS, 5ES, 5FS e 5DL, coinvolte nel progetto di Istituto “Educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva: Res Publica”, avevano affrontato in precedenza la lettura del saggio “Un uomo di poche parole. Storia di Lorenzo, che salvò Primo”
In Se questo è un uomo Primo Levi ha scritto: “credo che proprio a Lorenzo debbo di essere vivo oggi”. Ma chi era Lorenzo?, si è chiesto lo storico Carlo Greppi. Da questa domanda ha avuto inizio la sua scrupolosa ricerca storica, sfociata nello splendido libro Un uomo di poche parole. Storia di Lorenzo, che salvò Primo.
Lorenzo Perrone era un muratore piemontese che viveva fuori dal reticolato di Auschwitz III-Monowitz. Si occupò del giovane Levi come solo un padre avrebbe potuto fare, portandogli tutti i giorni, per sei mesi, una gavetta di zuppa che l’aiutò a compensare la malnutrizione del Lager: “Lorenzo era un uomo; la sua umanità era pura e incontaminata, egli era al di fuori di questo mondo di negazione. Grazie a Lorenzo mi è accaduto di non dimenticare di essere io stesso un uomo”. Lo Yad Vashem riconoscerà Lorenzo Perrone Giusto tra le Nazioni il 7 Giugno 1998.
Carlo Greppi, sollecitato dalle numerose domande rivolte dagli studenti, ha analizzato puntualmente il procedimento sotteso a una vera e propria ricerca storica, precisando come il termine “storico” possa essere sovrapposto allo spagnolo “investigador”, accostamento che permette di comprendere a fondo la natura della sua ricerca, definita una vera e propria “ossessione” per il soggetto prescelto.
In particolar modo ci hanno colpito le esperienze umane dello storico che è stato condotto dalla stessa genesi della sua instancabile ricerca a contatto con persone e posti diversi. Recatosi a Fossano, luogo di nascita di Lorenzo Perrone, non solo ha potuto attingere direttamente a fonti alquanto peculiari, come i luoghi frequentati da lui, ma anche incontrare Emma, la nipote ancora in vita di Lorenzo, di cui, con una nota profondamente emotiva, ha sottolineato la grande umanità.
“Quale domanda avrebbe voluto rivolgere direttamente a Levi?”, ha chiesto una studentessa. Greppi, virando sul rapporto tra Lorenzo e Levi, si è interrogato sul motivo per cui Levi stesso non avesse riconosciuto e proposto immediatamente Perrone come “Giusto tra le Nazioni”. Egli ha ipotizzato come il concetto di Giusto tra le Nazioni abbia iniziato ad assumere un’effettiva rilevanza in epoca più moderna e che dunque fosse un qualcosa ancora embrionale al tempo di Primo Levi.
Molto suggestivi sono stati anche alcuni lavori presentati dagli studenti. In un video sono stati passati in rassegna oggetti significativi che hanno creato un legame indissolubile tra Primo e Lorenzo e che sono stati restituiti dall’abile matita di alcune studentesse e studenti: la gavetta, il grigio, le scarpe. Proprio l’immagine delle scarpe ha portato lo storico ad una riflessione sulla copertina del suo libro in cui sono raffigurate calzature apparentemente estranee al contesto del campo di concentramento, più vicine invece a un gusto contemporaneo. In realtà, la scelta operata intende evidenziare una correlazione tra un passato che potrebbe sembrare molto lontano e il nostro presente. In una tale prospettiva, è scaturita la riflessione di una studentessa sul Giorno della Memoria e sul pericolo che venga considerato alla stregua di una semplice e sterile data commemorativa.
Lo storico Carlo Greppi, al termine della sua interessante e coinvolgente lezione, ha invitato le ragazze e i ragazzi a coltivare sempre la propria umanità e il proprio altruismo con uno sguardo empatico rivolto agli altri per superare ogni pregiudizio e divisione.
Teresa Chiaramonti
classe 5 DL
Luoghi
Viale Borgo Valsugana 63
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