Giovedì 11 aprile 2024, presso la Biblioteca del liceo Copernico, il prof. G. I. Bischi, professore ordinario di Metodi Matematici dell’Economia e delle Scienze Attuariali e Finanziarie presso l’Università degli Studi di Urbino e autore di numerose pubblicazioni su Letteratura e Matematica, ha tenuto una bellissima lezione su “Galileo scienziato e letterato”, a cui hanno partecipato sia docenti che alunni.
Il professore ha prima ricostruito le tappe della vita e della formazione di Galileo (riportando aneddoti ed episodi per testimoniare la sua singolare personalità), poi si è soffermato sull’ interesse dello scienziato per l’arte e la letteratura, in particolare sui suoi commenti e sulle sue letture critiche in merito ad autori come Dante, Ariosto (molto amato da Galileo in qualità di “poeta lunare”) e Tasso, al contrario poco apprezzato per l’utilizzo di un linguaggio che mira più a stupire che a descrivere e ad argomentare.
Attraverso le riflessioni di Foscolo, Leopardi, Calvino e di autorevoli critici letterari del nostro Novecento sulla lingua impiegata da Galileo nelle sue opere, il prof. Bischi ha potuto mostrare la validità di quanto aveva scritto lo stesso Calvino sul Corriere della Sera il 24 dicembre del 1967:
“Il più grande scrittore della letteratura italiana di ogni secolo, Galileo, appena si mette a parlare della luna innalza la sua prosa a un grado di precisione e di evidenza e insieme di rarefazione lirica prodigiosa. E la lingua di Galileo fu uno dei modelli della lingua di Leopardi, gran poeta lunare”.
La conferenza si è chiusa con un omaggio ad Umberto Eco che in un articolo pubblicato sull’Espresso il 28 aprile del 2005 parla della necessità che anche il sapere scientifico debba prendere la forma di storie, proprio come aveva fatto Galileo:
“Una stagionale credenza vuole che le cose si conoscano attraverso la loro definizione […]. Io sono tra coloro che ritengono che anche il sapere scientifico debba prendere la forma di storie […]. il nostro sapere (anche quello scientifico, è non solo quello mitico) è intessuto di storie”.
Grazie alla splendida lezione del prof. Bischi non possiamo che concordare sul fatto che le discipline umanistiche e quelle scientifiche non possano che comunicare e interagire tra loro, visto che “i linguaggi sono molteplici ma la cultura è una” (I. Dionigi, Il presente non basta).
Alessandra Di Bella
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