“Salviamo il mondo? Riflessioni sull’ambiente e sulla pace”

Forum di Lega ambiente sulla salvaguardia dell'ambiente e della pace

«Salviamo il mondo? Riflessioni sull’ambiente e sulla pace». Se n’è parlato in un forum
dell’Agorà mercoledì 28 febbraio con Marzio Marzorati, di Lega ambiente Lombardia, portando
così l’attenzione sulle tematiche di salvaguardia dell’ambiente e su possibili interventi da mettere
in atto per “riparare” gli attuali squilibri, con un’attenzione rivolta anche alle problematiche del
pacifismo e della cooperazione internazionale.

Marzio Marzorati vive attualmente a Seveso, la prima zona che vide in Italia verificarsi un disastro
ambientale nel 1976 per la nube di diossina sprigionatasi dalla fabbrica Icmesa che contaminò
l’area circostante e la popolazione. Se in Europa dal 1982 la “direttiva Seveso” impone
l’identificazione dei siti a rischio per la prevenzione e il controllo di possibili incidenti a tutela
della salute delle comunità locali e dei lavoratori, lo stesso non avviene nei paesi del Terzo Mondo,
i più colpiti dalla contaminazione ambientale : il 92% dei decessi correlati all’inquinamento
avviene proprio dove, nell’indifferenza generale, si moltiplicano nuovi siti contaminati. In Africa e
America latina aumentano le cosiddette “zone di sacrificio” per la presenza di complessi industriali
privi di controlli. E Marzio Marzorati, oltre all’impegno ambientalista e non violento, svolge da
anni attività nella cooperazione internazionale in paesi come Nicaragua, Cile, Bolivia, Guatemala,
Niger e Mozambico. La sua attività lo ha portato a realizzare molti interventi con le associazioni
locali, a tutela del territorio, delle foreste e della biodiversità, a difesa dei diritti umani, delle
comunità rurali, per il miglioramento urbano.

Allievo di Alexander Langer, uno dei massimi esponenti del pensiero ecologista e pacifista europeo,
ha coinvolto i ragazzi dell’agorà portandoli a riflettere sulla necessità di farsi “costruttori di ponti,
saltatori di muri, esploratori di frontiera” e bandire ogni forma di violenza, sia sul pianeta che nei
confronti dell’altro. Del resto, se si guarda alla composizione della biomassa presente nel nostro
pianeta, gli umani rappresentano solo 60 milioni di tonnellate di carbonio, cioé circa 1.166 volte
meno dei batteri! Purtroppo l’impronta ecologica degli umani e del bestiame di allevamento è
drammatica proprio per l’incidenza rapida che determina a livello di estinzione di specie animali e
vegetali. Occorre invece tutelare la biodiversità, a partire proprio dall’Italia, che è fra i Paesi più
ricchi di biodiversità in Europa, con circa 57.000 specie animali (1/3 di quelle europee) e 5.600
specie floristiche (il 50% di quelle europee). Ricordiamoci –ha sottolineato Marzorati- che in Italia
è presente più della metà delle specie vegetali dell’intera Europa ed un terzo della fauna del
continente.

Che fare, allora? Per costruire un “futuro amico”, occorre cambiare anche i nostri attuali stili di vita,
non più sostenibili, e promuovere la transizione verso un’economia circolare. «Eppure» è
intervenuta una studentessa «esiste già un programma di azione, l’Agenda 2030, a favore
dell’ambiente e di uno sviluppo sostenibile. Perché è così difficile farlo attuare davvero?» ha
domandato. Possono fare qualcosa i cittadini, le associazioni? E l’ambientalismo è solo una scelta
personale che ciascuno di noi può decidere o meno di compiere o piuttosto una necessità che tutti
dovremmo sentire? Occorre cambiare rotta, ci ha detto Marzorati, e trovare le “ragioni buone” per impegnarsi a “riparare” il mondo!

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